I
primi a salire sul palco, dopo l'introduzione di
Elio e Silvia Panigada, sono due vecchi amici di Feiez, gli Wa.
Poi è il turno dei Clivius, formazione emergente di rock-ska con
testi un po' in italiano e un po' in cremasco: esibizione
dignitosa e parecchio dinamica. Quindi è il momento di un vero "must"
del Panino Day: le liriche del poeta Ugo Dossena, acclamatissimo
dalla folla. Subito dopo Rocco Tanica ci fa ascoltare un paio di
musiche da film da lui scritte insieme Feiez: il momento è da
brivido, ma purtroppo non tutti se ne accorgono. Il pubblico
scalpita finché finalmente appaiono Le Vibrazioni, che
schitarrano allegramente e sfoderano tutto il loro campionario
di pose smaccatamente rockettare (un misto tra i Darkness e i
Kings Of Leon). Il momento più bello è senza dubbio "Ovunque
andrò", la canzone di Sanremo al termine della quale Elione col
suo flauto li raggiunge sul palco nel tripudio generale. Gli
Elii (con tanto di Mangoni neo-papà) propongono una selezione
mista dagli ultimi 5 brulé: tutto già sentito, ma in questo
ambito si carica di un significato diverso, particolarmente
brani come "T.V.U.M.D.B." e "Né carne né pesce". Alla fine i
nostri sono raggiunti a loro volta da Francesco Sarcina per una
versione di "Una miniera" dei New Trolls (pezzo molto amato da
Paolo) e dalle altre Vibrazioni per una "Tapparella" al
fulmicotone. A fine concerto il dottor Marok si fa garante delle
Fave e come per magia ci ritroviamo in uno dei backstage più
fichi dell'universo. Elii e Vibrazioni al completo, Mangoni,
Foffo, Duccio, la Bolbo, Claudio Dentes... insomma una roba
pazzesca. Infine andiamo a salutare il presidente Cops che tanto
per non smentirsi ci regala l'ennesima primizia (non ve la
riferisco altrimenti mi scotenna), poi ci congediamo da
Piombino, Schopenhauer, Elenina e Ema mentre ci schizzano di
fianco in auto prima Elio e poi Sarcina (mi viene da ridere se
solo penso al suo macchinone americano anni 70... troooppo
sborone!!!!).
by
Don Diego