La colpa è solo di mia madre... è stata lei a mettermi al mondo. In collaborazione con il mio babbo ha deciso di fabbricarmi a Torino nel lontano 1977, ricordo ancora di non essere stato interpellato. Esattamente 9 mesi dopo il mio concepimento, nel giorno 18 del mese Luglio, è riuscita ad espellermi, con varie difficoltà, alla Clinica Universitaria di Via Ventimiglia a Torino. Subito ruppi le palle a tutti. Il dottore aveva visto che non volevo uscire come Dio comanda. Cazzo ma perché dovevo fare il bravo feto da subito? Allora, la mia povera e dolce mammina dovette subire un bel taglio Cesareo (nome d’arte del celeberrimo chitarrista degli Elio e le Storie Tese), cioè cesareo... Cavolo ma gli Elii erano dentro di me già dalla nascita. In seguito capirete tutto… Ma torniamo in Ostetricia. “O il taglio cesareo o il forcipe...” Questo chiese il chirurgo a mia madre prima di farmi nascere. Pensate se avesse scelto la soluzione del forcipe per tirarmi fuori... Ora non sarei qui a scrivere questo libro, avrei una testa enorme, una fronte alla Frankestein e il mio desiderio assillante sarebbe quello di poter salire sopra un cammello. Per fortuna però, la mia mamma preferì farsi squarciare il ventre purché suo figlio fosse cresciuto sano e bello. Sano, più o meno.... Bello, dipende dai gusti... Ma continuiamo con ordine. Appena nato non ricordo bene, né quello che dissi, né quello che feci... Ricordo solo che appena vidi il mondo, con i miei piccoli occhioni furbi incastonati su di una testa simile a quella di un vecchio nano rugoso, perché si sa che i neonati assomigliano tutti a vecchi nani rugosi, volli, volli e assolutamente volli, rientrare nell’utero della mia mamma guerriera. Ora capisco perché l’uomo, nel corso della sua vita, è sempre alla ricerca di una bella figa che possa proteggerlo... Tutti gli uomini, prima o poi, vogliono rientrare nell’utero di una donna... Perché lì dentro è tutto più facile, nessuno ti può fare del male, al massimo sei tu che puoi fare un po’ male a chi ti offre quel rifugio. Ma ritornando a quel lontano 18 Luglio 1977 ricordo bene di non aver visto il fotografo ufficiale della mia nascita. Ma come mai? Perché mai? Il fotografo è essenziale. Non è giusto che una nuova creatura, che si fa il culo per nascere, non trovi nessuno che gli faccia una foto, e neppure nessuno che lo intervisti. Ma allora la stampa a che cazzo serve? E vabbuò, l’importante finalmente, è che ero nato. Ebbene sì cari amici, esattamente alle 12 e 50 minuti primi del Lunedì del 18 Luglio dell’anno del Signore 1977, in Italia, regione Piemonte, nella località Torino, in provincia di Torino, alla Clinica Universitaria di Via Ventimiglia, terzo piano, nacque l’Ivan Piombino più famoso del mondo!! Il nome Ivan mia madre me lo diede proprio all’ultimo momento, solo quando scoprì che il suo secondo figlio era un maschio e non una bella femminuccia che tanto sperava e che avrebbe voluto chiamare, Tanya... (Ma no!! Ma dai? E sì già…Mi mancavano purtroppo le tettine… orp…)
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