TORINO CITTA MAGICA DI MISTERI E MAGIA
Per
definire Torino magica bisogna prima dire che il luogo dove sorge una città e
il suo orientamento non sono mai scelti per caso, ma il fattore
magico-religioso costituisce una parte importante per la nascita dell’insediamento.
Torino ha una pianta romana, con il tracciato che apriva le quattro porte
d’accesso sui quattro punti cardinali, mentre la via principale seguiva la
linea ascendente del sole. La tradizione esoterica vuole Torino come uno dei
tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione, ma
anche come punta di un altro triangolo, quello della magia nera, che tocca
Londra e San Francisco. Non dimentichiamo che Torino è costruita sul 45°
parallelo, segnalato dall’obelisco con in cima l’astrolabio situato in piazza
Statuto (uno uguale si trova ad undici chilometri di distanza alla fine di
corso Francia). Torino sorge anche alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora, che formano un anello
d’acque attorno alla città. Il Po rappresenta il Sole, e quindi la parte
maschile, la Dora
è la Luna,
quella femminile.
Proprio da piazza Statuto, a due passi dalla stazione di Porta Susa, parte il
nostro viaggio nei misteri magici di Torino. Questa zona rappresenta il
"cuore nero" della città per due motivi: perché si trova ad occidente
e quindi, secondo i romani, in posizione infausta per il tramonto del sole,
confine tra il Bene e il Male; e perché qui vi era la "vallis
occisorum" (da cui prese il nome l’attuale quartiere Valdocco), luogo di
uccisione e di sepoltura. La necropoli potrebbe essere vastissima ed estendersi
sotto corso Francia, corso Principe Eugenio, via Cibrario e via San Donato, che
si diramano a raggiera dalla piazza. Il patibolo rimase per secoli in piazza
Statuto, poi i francesi lo spostarono dove ora c’è l’incrocio tra corso Regina
Margherita e via Cigna, soprannominato " ‘l rondò dla forca".
Coincidenza vuole che dall’aiuola centrale di piazza Statuto si acceda alla
sala di comando dell’intero sistema di fogna nera della città; e leggenda vuole
che proprio lì si trovi la cosiddetta Porta dell’Inferno.
Da piazza Statuto si percorre via Garibaldi fino all’incrocio con via degli
Stampatori e dopo un isolato si raggiunge via Barbaroux, dove sotto la chiesa
della Misericordia si racconta ci siano molte salme di giustiziati; da lì si
arriva al vicolo Santa Maria, un altro luogo legato alla sacralità. Nella
chiesa di Santa Maria di Piazza c’è un quadro della Madonna dipinto molto
probabilmente da San Luca, dato che la tecnica pittorica è in stile di quella
pompeiana, e se così fosse sarebbe l’unico ritratto della Vergine. In un
palazzo vicino, di cui non si conosce l’esatta ubicazione per motivi di
segretezza, si dice sia addirittura custodito il Velo della Madonna, un
semplice panno nero come era di uso allora. La parte opposta di via Stampatori
è via Sant’Agostino; percorrendola si raggiunge via Bonelli, una strada stretta
e quasi mai assolata dove abitava il boia di Torino che, sempre vestito di
nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i suoi "ferri del
mestiere". Dopo le ristrutturazioni è impossibile riconoscere l’edificio
esatto, ma basta chiudere gli occhi per vivere una strana sensazione di
inquietudine.
Da via Bonelli si prende via Bellezia, che dopo via Garibaldi diventa via
Botero, alla fine della quale si entra in una delle piazze di Torino, piazza
Solferino. Al margine dell’aiuola alberata si trova la Fontana Angelica,
luogo magico e misterioso ricco di significati allegorici, che rappresenterebbe
la Porta verso
l’Infinito. Imboccando via San Tommaso si arriva poi alla piccola piazzetta del
Corpus Domini, sede dell’omonima chiesa, dove è ancora conservato il calice
protagonista del miracolo più famoso avvenuto a Torino. La tradizione narra di
un ladro che aveva rubato l’ostensorio nella chiesa di Exilles; il calice uscì
dal sacco dove era stato nascosto e si librò in aria fino a che il vescovo non
lo pregò di scendere. Una lapide all’interno della chiesa ricorda
l’avvenimento.
Dalla piccola piazza a piazza Castello la distanza è minima. Qui ci troviamo
proprio al centro di Torino, il suo "cuore bianco", che gli studiosi
dell’argomento localizzano tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare
attorno alla fontana dei Tritoni. Il luogo è considerato tale anche perché non
bisogna dimenticare che vicino sono custodite preziose reliquie, prima fra
tutte per importanza la
Santa Sindone, racchiusa nel Duomo. Un esoterista ha spiegato
che essa "racchiude
in sé i quattro elementi che compongono l’Universo: Terra, Fuoco, Aria e Acqua.
E’ nata dalla Terra come un fiore di lino, è stata tessuta dall’uomo, ha
viaggiato attraverso l’Acqua, attraverso l’Aria, ossia il tempo, mentre il
Fuoco è Cristo medesimo, è la luce, la conoscenza... Nessun incendio potrà mai
distruggerla, perché il fuoco è già in essa. Tante volte il fuoco l’ha
sfiorata, ma la Sindone
ha sempre vinto". La tradizione vuole che chi possiede una
reliquia del Cristo le possegga tutte, così nei sotterranei della Basilica di
Maria Ausiliatrice si trova una croce fatta con il legno di quella su cui Gesù
fu crocifisso, e la leggenda vuole che in un punto della collina torinese sia
sepolto il Sacro Graal.
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a mio cugino Simone "simoniaco", per l'idea della pagina...